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Romano Cagnoni – War Photographer

Romano Cagnoni – War Photographer

Documentari

Romano Cagnoni è stato uno dei più importanti fotografi del ventesimo secolo. Nel corso di una carriera lunga cinquant’anni, ha visitato le zone calde del mondo per catturare la vita nella sua forma più pura, ottenendo pubblicazioni prestigiose sulle principali riviste mondiali.

In Romano Cagnoni – War Photographer, Cagnoni ci racconta la sua esperienza di reporter di guerra, dal Vietnam fino alla Siria invasa dall’Isis: la testimonianza inestimabile di un vero maestro, che, a rischio della vita, ha visto la Storia vibrare davanti al proprio obiettivo.

Come spesso accade quando si parla di passioni che definiscono una vita, quello tra Romano Cagnoni e la fotografia è stato un incontro casuale. Si trattava di un lavoro come un altro, all’inizio: scattare istantanee della nativa Pietrasanta durante i giorni di festa, o di spiagge affollate di turisti in un bel paese da cartolina, non era che un modo per arrivare a fine mese. Nel tempo, però, la macchina fotografica sarebbe diventata la sua ragione di vita: lo strumento attraverso cui esprimere uno sguardo sul mondo.

Dopo gli inizi italiani, il trasferimento a Londra, con le foto ai matrimoni, l’ingaggio come fotografo per il Labour Party e l’incontro con Simon Guttman, partner di un proficuo idillio professionale. Proprio grazie a Guttman, Cagnoni conosce il giornalista James Cameron, con cui parte per il Vietnam del Nord: ecco la prima di tante avventure in teatri di guerra, coronata da una foto di Ho Chi Min diventata copertina per Life Magazine e The Economist.

La fotocamera di Cagnoni ha saputo raccontare i protagonisti del Novecento, da Fidel Castro a Pinochet, da Bertrand Russel a Mick Jagger, ma non si è limitata ai soggetti illustri. Alcuni dei suoi scatti più potenti immortalano uomini e donne comuni nel pieno compiersi della loro vitalità, della loro sofferenza. Indimenticabile, ad esempio, il suo reportage in Biafra durante la guerra civile nigeriana.

Nel corso del documentario, Cagnoni ci regala alcuni aneddoti sul suo mestiere, come quello sulla luce della sigaretta che utilizzava per verificare l’esposizione all’interno del suo primo studio, o quello sulla piccola camera che nascondeva nei guanti durante la sua attività di giornalista clandestino nell’Afghanistan occupato dai sovietici.

Ci introduce, inoltre, alla sua idea di fotografia, in cui l’istinto, sempre coadiuvato dalla mente, deve guidare l’obiettivo alla scoperta della vita più vera e intensa. È per questo che gli scatti del maestro, spesso in un emozionante bianco e nero, catturano momenti rilevanti in scenari ad altissima tensione. In fuga da una pioggia di bombe, o quando è assediato dalla fame, l’uomo si mostra nella sua maggiore autenticità: angoscia e speranza, gioia e contraddizione.

Oltre che come finestre privilegiate su importanti eventi storici, dunque, le foto di Cagnoni risultano fondamentali perché aprono spiragli attraverso cui sbirciare l’animo umano.

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